Come son finita al Polo Nord?
Correva l'anno 2002 e frequentavo l'università di Torino. Quell'anno la mia vita è cambiata ed è stata tutta colpa dell'Erasmus a Copenhagen.

Era il lontano 2002, avevo tanti sogni e tante idee ma soprattutto voglia di andare via dal mio microscopico paese di provincia che mi è sempre stato stretto. Dopo aver vinto una borsa di studio che mi avrebbe permesso di frequentare un'altra università e raccogliere materiale per la mia tesi su Andersen sono partita per la Danimarca.
In quel lontano 27 luglio 2002, quando l'aereo è decollato da Malpensa, ero piena di speranze e aspettative per quel semestre all'estero, ma anche piena di dubbi e ansia. Già avevo trascorso un periodo a Londra a studiare inglese ma questa volta erano sette lunghi mesi, principalmente in autunno/inverno in un paese dove si credeva che tutti fossero freddi e riservati. Come sarei sopravvissuta al freddo? e al buio? Avrei fatto amicizie? Insomma avevo tanti pensieri per la testa ma mai e poi mai avrei immaginato che quel viaggio mi avrebbe cambiato la vita. Così, per puro caso, due persone sono entrate a far parte della mia vita e non ne sono più uscite.
La prima che ho incontrato è stata Maj-Britt, la studentessa danese assegnatami dall'università di Copenhagen per farmi da mentor durante il semestre. Maj-Britt si è rivelata fin da subito qualcosa che va al di là del ruolo di mentor. Qualche mese più tardi, è arrivato Fredrik, un ragazzo svedese in Erasmus. Ci siamo incontrati ad una festa, poi persi di vista e poi ritrovati pochi giorni prima che lui tornasse in Svezia. Non mi perdo nei dettagli di come ci siamo incontrati perché quello merita un articolo a parte, ma posso dire che è stato un colpo di fulmine, anche grazie ad un poemetto di Shakespeare che questo vikingo è riuscito a recitarmi.
Per farla breve, quando l'Erasmus è finito sono andata a trovarlo in Svezia e lì abbiamo deciso di diventare una coppia. Da lì è iniziata la nostra relazione a distanza caratterizzata da lunghissime telefonate (con carte ricaricabili) e da tanti viaggi. Esattamente sei mesi dopo aver preso quella decisione è arrivata la sua proposta di matrimonio e due anni dopo il classico matrimonio all'italiana.
La scelta di venire in Svezia è stata semplice e, al momento l'unica che avrebbe funzionato. Fredrik aveva già un lavoro e non parlava italiano (ora è fluente) mentr io stavo scrivendo la tesi e potevo cavarmela con l'inglese.
Ed ora eccomi qui a Malmö, città divisa da Copenhagen dal mare ma unita da un ponte, così vicina a dove tutto è cominciato...
Se mi guardo in dietro stento a credere che sono già passati tutti questi anni, anni in cui non mi sono mai pentita né di essere venuta in Svezia né di aver sposato Fredrik. In questi anni ho studiato e imparato una nuova lingua (che attualmente insegno pure), ho lavorato, ho avuto successi e delusioni, ho trovato amici che considero la mia famiglia ed ho imparato ad amare questo paese che sono orgogliosa di chiamare casa. Si, qui mi sento veramente a casa e, ovunque andiamo, è proprio qui che voglio tornare.
"For all that has been, Thank you./per tutto quello che è stato, grazie.
For all that is to come, Yes!"/per tutto quello che verrà, si!
― Dag Hammarskjöld